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Phasianus colchicus colchicus:
ha storicamente abitato l'Europa occidentale, e scompare come forma pura in Italia a cavallo tra '800 e '900, con l'inizio delle immissioni a scopo venatorio di altre sottospecie; attualmente in Veneto non è difficile reperire individui somiglianti al P. c. colchicus; sono però ibridi, che mostrano come caratteristiche principali quelle della sottospecie nominale, ma che evidenziano moltissimi difetti.

Progetto Fagiano Colchico

 Comunemente chiamato Fagiano, il Fagiano comune, presso gli allevatori amatoriali è noto anche con il nome di Fagiano reale.
Fagiano mongolia è chiamato il grosso dei fagiani ad uso cinofilo e venatorio
Nel suo areale originario è suddiviso in oltre 30 sottospecie; al di fuori di esso, ed in particolare in Europa occidentale, è presente allo stato selvatico solamente con ibridi, ottenuti nel passato tra le varie sottospecie, ed attualmente con una forte selezione artificiale effettuata in cattività.
Il “fagiano europeo”, quindi, è un miscuglio genetico.
Possiamo dire che, almeno in Italia, non esistono allo stato selvatico popolazioni geneticamente pure appartenenti ad un determinata sottospecie del fagiano comune.
Differente la situazione in cattività. Qui infatti possiamo trovare due principali gruppi di fagiani, ovvero quelli ad uso cinofilo-venatorio, e quelli ad uso amatoriale, all'interno dei quali vi sono anche sottospecie allevate in purezza genetica.

Foto
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Sistematica sintetica del Phasianus colchicus (COCCHI R., RIGA F., TOSO S. (1998), Biologia e gestione del fagiano, Istituto nazionale per la fauna selvatica Alessandro Ghigi, Ozzano dell'Emilia)
  • Il “fagiano da caccia” è suddiviso in quattro principali categorie; tra queste vi è il cosiddetto “colchico” (Blackneck), con assenza di collare e tonalità rosso mattone; esso deriva principalmente dalla sottospecie P. c. colchicus. Il suo peso ed il suo comportamento variano molto da allevamento ad allevamento, a seconda delle esigenze dell'utenza e del tipo di allevamento condotto.

  • Il “Fagiano ad uso amatoriale”, di cui si occupano gli allevatori, invece, ha preservato, almeno in Europa centrale, la sottospecie nominale in purezza. Si tratta del Fagiano comune sud-caucasico (Phasianus colchicus colchicus), che attualmente può essere trovato, appunto, solo presso allevatori amatoriali.
Secondo la mitologia questo Phasianus colchicus colchicus venne introdotto per la prima volta in Europa dagli Argonauti che, dopo la spedizione, guidata da Giasone, per la ricerca del vello d’oro, lo portarono in Grecia dalla regione della Colchide, in Asia Minore (precisamente dall’attuale Georgia) attraversando la valle del fiume Phasis. Il nome scientifico della specie deriva per l’appunto da questa leggenda. Recenti indagini mostrano come sia certo, invece, che questa sottospecie fosse presente in Europa sin dalla fine dell’ultima glaciazione, con reperti fossili ritrovati nei Balcani di sud-est e risalenti al 6.000 A. C. (Boev, 1997). Successivamente i Romani lo diffusero, a scopo ornamentale e alimentare, in Italia, Francia, Inghilterra e in ogni parte dell’Impero, come testimonia Plinio che lo cita in una delle sue opere (Manetti, 1980).
Per oltre un millennio, quindi, il Phasianus colchicus colchicus ha abitato l'Italia, come “vero” fagiano della Penisola.
Ettore Arrigoni degli Oddi lo definiva già estinto, in Italia, nel 1929, a causa di ibridazione con altre sottospecie nel frattempo introdotte a scopo venatorio.







In Veneto:
  • Il pittore Vittore Carpaccio lo immortala in un celebre dipinto del 16° secolo, che raffigura scene di caccia in Laguna di Venezia.
  • Testimonianze scritte sulla presenza di questa sottospecie in provincia di Rovigo si hanno dall'Ottocento, anche se era sicuramente presente ben prima di tale periodo.
  • Nelle stanze del castello rinascimentale di Arquà Polesine (RO) viene raffigurato negli affreschi.
  • Nel 1823 il Naccari (Ornitologia Veneta) così scriveva per la provincia di Rovigo “Si trova abbondevolmente moltiplicato nel bosco del sig. Antonio Finotto a Ca' Venier vicino S. Nicolò di Po nel Distretto di Ariano, e serve per caccia riservata”; morfologicamente, lo descriveva così: “rufus, capite caeruleo, cauda cuneata, genis papillosis”, senza far alcun riferimento alla presenza di un collare bianco, il che combacia con la descrizione del P. c. colchicus.




Tesi di laurea 2013/14
  • <Caratterizzazione fenotipica del Phasianus colchicus allevato in Veneto>

Foto
Phasianus colchicus colchicus, raffigurato da Vittore Carpaccio (Venezia, XVI sec.).
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Biotipo ottimale per il Fagiano.

Attualmente si stima che l’unica popolazione geneticamente pura rimasta sia presente nel Delta del fiume Nestos, nel nord della Grecia.
In Bulgaria, il suo habitat primario era costituito dai boschi di latifoglie posti lungo le sponde dei fiumi, caratterizzati da radure, un ambiente oggi presente in Veneto. Lo stesso Arrigoni descriveva il suo ambiente costituito da “boschi folti, solitari ed umidi, ricchi di vegetazione cedua non lontano dalle acque e circondati da campagne fertili”.
Uno studio effettuato nel 2011 (Braasch et al., International Journal of Galliformes Conservation), mostra come in Europa centro-occidentale sia stimata una popolazione in cattività di non più di 350 individui riproduttivi in purezza, il che sottolinea la difficoltà nel reperire soggetti morfologicamente aderenti allo standard di sottospecie.

MORFOLOGIA
Il gruppo di sottospecie definite dal “collo nero” o “senza collare” comprende 4 fagiani, tutti della regione che si estende dal Caucaso alla Bulgaria. I maschi sono privi di collare, hanno un piumaggio purpureo, occhi giallo scuro o arancio, il capo di colore scuro, il groppone arancio-rossastro o violaceo e le copritrici delle ali brune.
A questo gruppo appartiene, appunto, la sottospecie nominale, il Phasianus colchicus colchicus Linneus, 1758, detto Fagiano sub-caucasico, ovvero la forma più occidentale e l'unica che abbia abitato l'Europa prima delle immissioni antropiche.
La migliore descrizione del P. c. colchicus elaborata in Italia si deve all’ornitologo Ettore Arrigoni degli Oddi (1929). Di tale descrizione, che riportiamo integralmente nell’immagine seguente, si riportano alcuni dettagli particolarmente interessanti:
Maschio:
  • zampe grigio-brunastro;
  • coda dorata, con strette fasce nere;
  • becco giallo-verdastro;
  • copritrici alari brune nella tinta di fondo, con margini color rossiccio-porporino e centri nerastro;
  • ala 230-258 mm;
  • coda, penne centrali: 420-530 mm;
  • coda, penna esterna; 85-118 mm;
  • tarso: 62-79 mm;
  • becco dalle penne: 27-31 mm.
Femmina:
  • ala 210-230 mm;
  • coda, penne centrali: 250-285 mm.

Le immagini seguenti si riferiscono ad individui allevati in Svizzera da allevatori della World Pheasant  Association (https://www.pheasant.org.uk/).

Foto
Femmina adulta (iride marrone scuro)
J. Pfarr (2012, “True Pheasants – a noble quarry”) ha recentemente ridescritto i caratteri morfologici di P. c. colchicus, sia utilizzando soggetti di allevamenti nord americani, sia visionando esemplari da collezioni tassidermiche storiche. Questi alcuni dei dettagli evidenziati:
Maschio:
  • iride arancione scuro;
  • addome: nero-blu con riflessi verde bottiglia;
  • parti superiori bruno-cacao;
  • copritrici dell'ala scure.
Femmina:
  • iride marrone scuro;
  • gola e guance bruno-crema;
  • taglia definita “medio o medio-piccola”.

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Riferimenti

ASSOCIAZIONE CULTURALE NATURALISTICA SAGITTARIA
SEDE LEGALE E OPERATIVA
Galleria Bernardino da Feltre, 8  -  45100 Rovigo
P.IVA 01295300295
E-mail:   info.sagittaria@libero.it
Pec: ass.sagittaria@legalmail.it

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