Phasianus colchicus colchicus:
ha storicamente abitato l'Europa occidentale, e scompare come forma pura in Italia a cavallo tra '800 e '900, con l'inizio delle immissioni a scopo venatorio di altre sottospecie; attualmente in Veneto non è difficile reperire individui somiglianti al P. c. colchicus; sono però ibridi, che mostrano come caratteristiche principali quelle della sottospecie nominale, ma che evidenziano moltissimi difetti.
ha storicamente abitato l'Europa occidentale, e scompare come forma pura in Italia a cavallo tra '800 e '900, con l'inizio delle immissioni a scopo venatorio di altre sottospecie; attualmente in Veneto non è difficile reperire individui somiglianti al P. c. colchicus; sono però ibridi, che mostrano come caratteristiche principali quelle della sottospecie nominale, ma che evidenziano moltissimi difetti.
Progetto Fagiano Colchico
Comunemente chiamato Fagiano, il Fagiano comune, presso gli allevatori amatoriali è noto anche con il nome di Fagiano reale.
Fagiano mongolia è chiamato il grosso dei fagiani ad uso cinofilo e venatorio Nel suo areale originario è suddiviso in oltre 30 sottospecie; al di fuori di esso, ed in particolare in Europa occidentale, è presente allo stato selvatico solamente con ibridi, ottenuti nel passato tra le varie sottospecie, ed attualmente con una forte selezione artificiale effettuata in cattività. Il “fagiano europeo”, quindi, è un miscuglio genetico. Possiamo dire che, almeno in Italia, non esistono allo stato selvatico popolazioni geneticamente pure appartenenti ad un determinata sottospecie del fagiano comune. Differente la situazione in cattività. Qui infatti possiamo trovare due principali gruppi di fagiani, ovvero quelli ad uso cinofilo-venatorio, e quelli ad uso amatoriale, all'interno dei quali vi sono anche sottospecie allevate in purezza genetica. |
Per oltre un millennio, quindi, il Phasianus colchicus colchicus ha abitato l'Italia, come “vero” fagiano della Penisola. Ettore Arrigoni degli Oddi lo definiva già estinto, in Italia, nel 1929, a causa di ibridazione con altre sottospecie nel frattempo introdotte a scopo venatorio. |
In Veneto:
Tesi di laurea 2013/14 |
Attualmente si stima che l’unica popolazione geneticamente pura rimasta sia presente nel Delta del fiume Nestos, nel nord della Grecia. In Bulgaria, il suo habitat primario era costituito dai boschi di latifoglie posti lungo le sponde dei fiumi, caratterizzati da radure, un ambiente oggi presente in Veneto. Lo stesso Arrigoni descriveva il suo ambiente costituito da “boschi folti, solitari ed umidi, ricchi di vegetazione cedua non lontano dalle acque e circondati da campagne fertili”. Uno studio effettuato nel 2011 (Braasch et al., International Journal of Galliformes Conservation), mostra come in Europa centro-occidentale sia stimata una popolazione in cattività di non più di 350 individui riproduttivi in purezza, il che sottolinea la difficoltà nel reperire soggetti morfologicamente aderenti allo standard di sottospecie. |
MORFOLOGIA
Il gruppo di sottospecie definite dal “collo nero” o “senza collare” comprende 4 fagiani, tutti della regione che si estende dal Caucaso alla Bulgaria. I maschi sono privi di collare, hanno un piumaggio purpureo, occhi giallo scuro o arancio, il capo di colore scuro, il groppone arancio-rossastro o violaceo e le copritrici delle ali brune.
A questo gruppo appartiene, appunto, la sottospecie nominale, il Phasianus colchicus colchicus Linneus, 1758, detto Fagiano sub-caucasico, ovvero la forma più occidentale e l'unica che abbia abitato l'Europa prima delle immissioni antropiche.
La migliore descrizione del P. c. colchicus elaborata in Italia si deve all’ornitologo Ettore Arrigoni degli Oddi (1929). Di tale descrizione, che riportiamo integralmente nell’immagine seguente, si riportano alcuni dettagli particolarmente interessanti:
Maschio:
A questo gruppo appartiene, appunto, la sottospecie nominale, il Phasianus colchicus colchicus Linneus, 1758, detto Fagiano sub-caucasico, ovvero la forma più occidentale e l'unica che abbia abitato l'Europa prima delle immissioni antropiche.
La migliore descrizione del P. c. colchicus elaborata in Italia si deve all’ornitologo Ettore Arrigoni degli Oddi (1929). Di tale descrizione, che riportiamo integralmente nell’immagine seguente, si riportano alcuni dettagli particolarmente interessanti:
Maschio:
- zampe grigio-brunastro;
- coda dorata, con strette fasce nere;
- becco giallo-verdastro;
- copritrici alari brune nella tinta di fondo, con margini color rossiccio-porporino e centri nerastro;
- ala 230-258 mm;
- coda, penne centrali: 420-530 mm;
- coda, penna esterna; 85-118 mm;
- tarso: 62-79 mm;
- becco dalle penne: 27-31 mm.
- ala 210-230 mm;
- coda, penne centrali: 250-285 mm.
Le immagini seguenti si riferiscono ad individui allevati in Svizzera da allevatori della World Pheasant Association (https://www.pheasant.org.uk/).
J. Pfarr (2012, “True Pheasants – a noble quarry”) ha recentemente ridescritto i caratteri morfologici di P. c. colchicus, sia utilizzando soggetti di allevamenti nord americani, sia visionando esemplari da collezioni tassidermiche storiche. Questi alcuni dei dettagli evidenziati:
Maschio:
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