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Valle Sacchetta - Ph. E. Verza

I CORDONI DI DUNE SABBIOSE DEL DELTA DEL  PO

Il Delta del Po, parte veneta, presenta alcune importanti formazioni dunose di sabbia, generate dall'azione dal mare, sia lungo la costa attiva che nell'interno. I cordoni dunosi interni, posti quasi tutti ad ovest della S.S. Romea, sono definitivi “dune fossili”, in quanto linea di costa precedente all'attuale, anche di diversi millenni. Procedendo dall'interno della pianura verso il mare, difatti, i codoni dunosi divengono via via più giovani, fino alle dune degli scanni, ancora in movimento.
Questa pagina va a trattare i cordoni più stabili della costa, ovvero il litorale posto tra la foce dell'Adige e Caleri (Rosolina), e i cordoni di dune fossili, compresi tra il periodo etrusco-romano e l'800.

Da un punto di vista morfologico, questi cordoni dunosi hanno un tipico sviluppo nord-sud, con sequenze di dune in successione. La vegetazione che vi cresce è necessariamente particolare, a causa del substrato sabbioso e, quindi, della scarsità di acqua; è, oggi, il risultato sia della presenza di specie tipiche e spontanee, sia dell'azione dell'uomo. Anche la fauna presenta spesso specie particolari.
Da un punto di vista storico, nel Delta veneto la maggior parte delle dune fossili è stata smantellata per lasciar posto ad agricoltura e insediamenti umani. Dobbiamo considerare che, almeno fino alla fine del '700, il cordone fossile era ininterrotto, da nord a sud, ed anche esteso in larghezza. Era interrotto solo dai rami del Po. Ciò che resta oggi è quindi di grande valore sia ambientale che storico, e merita urgenti azioni di sistemazione.

Foto
Le principali problematiche attuali relative al mantenimento delle dune sabbiose sono legate alla gestione della vegetazione: l'invasione delle specie esotiche e l'aumento della copertura arboreo-arbustiva stanno mettendo a rischio in particolare i preziosi prati aridi, caratterizzati da specie botaniche rare ed endemiche. Risultano del tutto urgenti azioni di controllo della vegetazione e di maggior valorizzazione ecoturistica non invasiva.
Foto

Litorale di Rosolina
Superficie:
280 ettari circa
Comune:
Rosolina

Foto
FotoBosco di Rosolina - Ph. L. Zanella
Tutta la formazione dunosa costiera che va dalla foce dell'Adige, comprensiva di Porto Fossone, fino a Caleri. L'orientamento dei vari cordoni dunosi è tipicamente da nord a sud, con presenza anche di qualche rara depressione umida. La vegetazione è molto variegata: dalla lecceta pura, alla pineta d'impianto a Pino domestico, alle formazioni di ginepro e ai prati aridi di Porto Caleri. La gestione dell'area non è uniforme: una buona parte è inserita all'interno del Parco Regionale Veneto del Delta del Po, e in particolare il Giardino botanico di Caleri assicura protezione a molte entità botaniche di rilievo. Notevole, in alcuni settori, la pressione antropica, derivante dalle attività turistico-balneari, così come la presenza di specie botaniche esotiche. Tra le specie più rilevanti: Pelobate fosco, Apocino veneziano, Falasco, Canna di Ravenna, varie specie di orchidee selvatiche, Zigolo nero, Succiacapre, Vipera comune.



Dune fossili di Valle Bagliona
Superficie:
55 ettari circa
Comune:
Porto Viro


Foto
Valle Bagliona, ubicata presso Porto Levante, presenta al suo interno la vecchia linea di costa del Delta del '700, oggi cordone di dune fossili circondato e venato da acque salate e salmastre. Questo ambiente straordinario e unico è rimasto pressoché inalterato nel corso degli ultimi due secoli, con presenza antropica oggi estremamente limitata. L'ìmpianto di una pineta litoranea ha trasformato quest'area in una sorta di macchia mediterranea, che degrada nelle acque saline, con presenza di specie animali e vegetali anche di rilevante importanza, tra cui Apocino veneziano, Canna di Ravenna, una delle poche formazioni del Delta di Ginepro comune, Succiacapre e Occhioccotto. L'area, privata e interna al Parco Regionale Veneto del Delta del Po, è gestita da generazioni dalla famiglia Penzo, ed utilizzata come “peschiera” di sverno per il pesce di valle.


Dune fossili di Valle Sacchetta
Superficie:
2,8 ettari circa
Comune:
Porto Viro


Foto
Sito di importanza storica, in quanto unico residuo rimasto nell'area della linea di costa della fine del '500 (ante Taglio di Porto Viro). Il suolo ondulato è coperto da una vegetazione abbastanza degradata, costituita perlopiù da Pino domestico e Ailanthus altissima; presenza di Scabiosa argentea e Pioppo bianco. Sito ornitologicamente interessante, in quanto area boscata posizionata al centro di vaste zone umide vallive.


Dune fossili
di Rosolina

Superficie:
47 ettari circa
Comune:
Rosolina


Foto
Dell'antico cordone dunoso posto tra l'Adige e il Po di Levante a Rosolina, oggi resta un mosaico di piccole formazioni frammentate. Esse, circa 32, coprono complessivamente un'area di 47 ettari, ognuna con diversi gradi di conservazione. Passiamo infatti dai piccolissimi brandelli non più ondulati ma ancora vegetati, invasi dalle specie alloctone, a sistemi di dune, anche piuttosto alte, con splendidi habitat. L'antropizzazione ha colpito duramente questa fascia dunosa, lasciando però alcuni siti ben conservati. Fra questi in primis va citato quello di Fenilone, attraversato dalla ferrovia, che presenta uno dei più vasti prati aridi costieri del Veneto e una depressione a Falasco e Canna di Ravenna. Di grande valore anche i vari settori di Volto, con dune piuttosto alte, formazioni di Leccio e prati aridi. Questo sistema di formazioni dunose si caratterizza anche per la presenza di grandi Farnie, delle rane “rosse” e di endemismi quali la Centaruea di Tommasini.
L'unico sito veramente fruibile per il turista è quello di Fenilone.

Dune fossili di Porto Viro
Superficie:
83 ettari circa
Comune:
Porto Viro


Foto
Le dune sono suddivise sostanzialmente in tre settori: nord (Dune di Donada), centrale (piccolo lembo intermedio), sud (Dune di Contarina). Il settore meridionale è occupato in larga misura dalla pineta, e piuttosto interessato da pressione antropica; il tratto intermedio presenta sia prato arido che, purtroppo, una vasta presneza di piante arboree non coerenti; il tratto settentrionale, invece, risulta di grande pregio. Esso, diviso in più parcelle, presenta una vegetazione diversificata e in alcuni tratti ben conservata, con vasti prati aridi con tortulo-scabioseto, aree a cespugli e fasce di bosco. Notevole la presenza di Ginepro, Roverella, Farnia, Scabiosa argentea, Centaurea di Tommasini. Le dune di Donada presentano un'ottima organizzazione per quanto riguarda la fruizione, con un centro visite (mettere link), cartellonistica e sentieri da un punto di vista faunistico segnalato l'Occhiocotto e, purtroppo, lo Scoiattolo grigio americano.


Dune fossili di Taglio di Po
e S. Basilio

Comuni:
Taglio di Po, Ariano nel Polesine


Foto
E' in generale la fascia dunosa che da Grillara arriva fino a S. Basilio. Tale fascia, però, conserva solo alcuni lembi effettivamente con dune ondulate, per il resto sono suoli sabbiosi esito di  spianamento. Come isole, alcune dune sono rimaste, in un contesto comunque frammentato. Tra queste le più importanti quelle di Grillara e Duna Gozzi. Si può dire che questo cordone dunoso è stato quello maggiormente danneggiato dalle attività umane, anche se recenti impianti hanno cercato di reintrodurre essenze arboreo-arbustive tipiche,  a scapito dei prati aridi. Alcuni siti presentano specie interessanti e tipiche, fra cui Scabiosa argentea, Roverella, Felce maschio.


Bosco Nichetti
Superficie:
34 ettari circa
Comune:
Ariano nel Polesine


Foto
Cordone dunoso ben conservato e morfologicamente piuttosto esteso; ha la tipica conformazione nord-sud. La vegetazione, piuttosto folta, ha perso molte delle caratteristiche originarie, a causa soprattutto dell'impianto in passato di una pineta; assente, ad esempio, il Leccio. Notevole la presenza di specie esotiche, fra cui soprattutto Ailanthus altissima. L'impianto in questi decenni lungo il margine di alcune specie tipiche, fra cui Roverella, ha arricchito la flora del sito. Di grande pregio la presenza di una zona umida, la rotta di Martino, con una garzaia. Da un punto di vista faunistico, è uno dei siti a maggior densità dell'alloctona Minilepre; notevole presenza di branchi di Colombaccio in periodo migratorio, e segnalata recentemente la Testuggine, anche se probabilmente ibrida. I rarissimi brandelli di prato arido qui presenti risultano al momento compromessi dall'evento catastrofico dell'agosto 2017, durante il quale una tromba d'aria ha abbattuto quasi interamente la pineta, trasformando il sito in un groviglio di tronchi e rovi.
A sud di Bosco Nichetti è presente una vasta area sabbiosa ondulata, attualmente coltivata, che rappresentava il proseguimento naturale di questo cordone, ed attualmente in fase di smantellamento.

Foto
Bosco Nichetti - Ph. E. Verza

Dune fossili di Rivà
Comune:
Ariano nel Polesine


Foto
Anche in questo caso si tratta dell'area posta tra lo Scolo xx e xxx, presso la quale sono rimasti solo pochissimi tratti dunosi ondulati; il resto è stato completamente spianato. La vegetazione appare ampiamente degradata, con presenza sporadica di Scabiosa argentea; presente l'alloctona Yucce gloriosa.
 


Pineta di Cassella
Superficie:
2 ettari circa
Comune:
Porto Tolle


Foto

Consiste nel residuo della linea di costa dell'800, periodo durante il quale il Delta meridionale ha avuto un notevole sviluppo morfologico. Il suolo appare oggi scarsamente ondulato, e la vegetazione largamente degradata.
Presenza soprattutto di Pino domestico; presente l'alloctona Yucca gloriosa.
Punto di sosta con panchine.

 SCHEMA DELLE SPECIE SUDDIVISE PER SITI (apri con Microsoft Excel)

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Riferimenti

ASSOCIAZIONE CULTURALE NATURALISTICA SAGITTARIA
SEDE LEGALE E OPERATIVA
Galleria Bernardino da Feltre, 8  -  45100 Rovigo
P.IVA 01295300295
E-mail:   info.sagittaria@libero.it
Pec: ass.sagittaria@legalmail.it

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