ROSOLINA – L’ecologia costiera è tema di elevato interesse per il nostro territorio. Si conferma, perciò, nella sua quarta edizione, il Seminario organizzato dall’Associazione culturale naturalistica Sagittaria, con la collaborazione della Società Cooperativa Hyla – Naturalisti associati (www.hylacoop.it). La giornata, di confronto e riflessione sulle problematiche ambientali relative all’utilizzo della costa, si è svolta giovedì 3 maggio, al Centro visite del Giardino botanico litoraneo del Veneto a Porto Caleri di Rosolina, e si è articolata in sette interventi condotti da tecnici, professionisti e docenti universitari, di fronte ad un pubblico numeroso di studiosi, operatori del settore e persone comuni, interessate alla conservazione e alla cura del nostro patrimonio ambientale e paesaggistico.
Biodiversità è stato il filo conduttore: da ripristinare, mantenere, potenziare. La prospettiva ecosistemica, in grado di considerare tutte le componenti coinvolte nella vita di un territorio – antropica, floro/faunistica, fisico/chimica – a beneficio di un loro equilibrio dinamico, sembra ormai dominante nella consapevolezza e nell’orientamento operativo degli studiosi. Significativo, ad esempio, il Progetto Life, guidato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia da settembre 2017, per la rinaturalizzazione delle coste, con riduzione dell’impatto antropico, e uso sostenibile delle spiagge. Il progetto, assistito dalla Regione del Veneto, coinvolge l’Agenzia Veneta per l’innovazione nel settore primario, l’ Epc – European Project Consulting – s.r.l. e Selc Società Cooperativa. “Rinaturalizzazione – spiega la nota stampa di Sagittaria – non si declina, tuttavia, come negazione della presenza e del lavoro degli uomini. Al contrario. Tutti i relatori, presupponendo una sempre crescente conoscenza dell’impatto antropico, hanno inteso fornire linee guida e indicazioni operative, per tempi e modalità d’intervento, atte a garantire un’opportuna integrazione ambientale: un esempio per tutti il programma di ripristino del gradiente salino e di ampie superfici di canneto nella laguna superiore di Venezia, perseguito dall’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (www.lifelagoonrefresh.eu)”. “Come illustrato da Rossella Boscolo Brusà, la funzione fitodepurativa del canneto favorisce la presenza di specie sensibili e di piante acquatiche di elevato valore ecologico, contrasta l’impoverimento ittico verificatasi negli anni, ospita, per foraggiamento, riposo notturno, nidificazione, pregiate specie ornitiche svernanti e/o in fase riproduttiva, nonché – aggiungiamo noi – potrebbe riproporre un’attività umana tipicizzante del territorio palustre come la lavorazione della canna. Censimenti, monitoraggi (molto interessante quello acustico passivo presentato dal Dais di Ca’ Foscari, come sistema non invasivo per ottenere informazioni circa lo status di popolazioni di specie ittiche di interesse ecologico e commerciale), rilievi sistematici, condotti quotidianamente da associazioni come Sagittaria e Hyla, si impongono, perciò, come repertorio di informazioni su cui promuovere azioni gestionali di contenimento del degrado e salvaguardia dell’habitat”.
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