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DELTA DEL PO: conoscerlo e amarlo per fotografarlo!

10/4/2020

1 Commento

 
In attesa di tornarci,  Luigino Rosa porta la sua esperienza sul campo, con Sagittaria.
Foto
Garzetta - Ph. L. Rosa
 

​Costanza e pazienza sono le doti che non devono mai mancare a un fotografo naturalista.

Fotografo principalmente avifauna, e il Delta polesano è il mio orizzonte, grazie a Sagittaria, e a Emiliano che me ne ha fatto conoscere anche gli angoli più remoti.
Per fotografare i selvatici del Delta bisogna per prima cosa conoscere bene il territorio, le valli, le lagune, la campagna.
Bisogna girare e girare, in questi ambienti, e guardare, osservare, abituarsi a vedere dove possono essere le nostre “prede”.
Si deve imparare dove avere la possibilità di trovare … il Falco, l’Airone, il Fenicottero ...
Nei campi coltivati sarà difficile che io veda i Fenicotteri rosa pascolare, però potrò trovarvi il Fagiano e anche...la Lepre…
Nelle lagune, invece, dove l’acqua bassa permette loro di alimentarsi frugando nel limo, troverò i limicoli.  
Certi uccelli si trovano solo dalla primavera e all’autunno, altri sono stanziali. Airone cenerino, Garzetta, Airone bianco maggiore, da qualche anno anche l’Ibis sacro, frequentano le risaie.
Naturalmente serve una reflex o una buona mirrorless, corredate da un tele obiettivo. Lungo quanto? I millimetri non bastano mai, si è sempre corti. Come minimo lenti da 400 mm, ma anche 500, 600 e più, per la difficoltà di avvicinare i soggetti spesso molto diffidenti.
Quali aree del nostro Delta? La Sacca di Scardovari offre ambienti di tutti i tipi, in tutta la sua estensione.
Le Valli di Rosolina, dove facilmente si possono trovare i Fenicotteri, gli Svassi, sia il piccolo, sia il maggiore, e tanto altro. Osservando con attenzione le sorprese non mancheranno. 

1 Commento
M. Grazia Turella
10/4/2020 17:46:36

Decisamente vero, aggiungerei anche che la conoscenza dei soggetti fa sì che non si disturbino nel loro habitat ma si osservino senza spaventarli

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