In attesa di tornarci, Luigino Rosa porta la sua esperienza sul campo, con Sagittaria. Fotografo principalmente avifauna, e il Delta polesano è il mio orizzonte, grazie a Sagittaria, e a Emiliano che me ne ha fatto conoscere anche gli angoli più remoti.
Per fotografare i selvatici del Delta bisogna per prima cosa conoscere bene il territorio, le valli, le lagune, la campagna. Bisogna girare e girare, in questi ambienti, e guardare, osservare, abituarsi a vedere dove possono essere le nostre “prede”. Si deve imparare dove avere la possibilità di trovare … il Falco, l’Airone, il Fenicottero ... Nei campi coltivati sarà difficile che io veda i Fenicotteri rosa pascolare, però potrò trovarvi il Fagiano e anche...la Lepre… Nelle lagune, invece, dove l’acqua bassa permette loro di alimentarsi frugando nel limo, troverò i limicoli. Certi uccelli si trovano solo dalla primavera e all’autunno, altri sono stanziali. Airone cenerino, Garzetta, Airone bianco maggiore, da qualche anno anche l’Ibis sacro, frequentano le risaie. Naturalmente serve una reflex o una buona mirrorless, corredate da un tele obiettivo. Lungo quanto? I millimetri non bastano mai, si è sempre corti. Come minimo lenti da 400 mm, ma anche 500, 600 e più, per la difficoltà di avvicinare i soggetti spesso molto diffidenti. Quali aree del nostro Delta? La Sacca di Scardovari offre ambienti di tutti i tipi, in tutta la sua estensione. Le Valli di Rosolina, dove facilmente si possono trovare i Fenicotteri, gli Svassi, sia il piccolo, sia il maggiore, e tanto altro. Osservando con attenzione le sorprese non mancheranno.
1 Comment
M. Grazia Turella
10/4/2020 17:46:36
Decisamente vero, aggiungerei anche che la conoscenza dei soggetti fa sì che non si disturbino nel loro habitat ma si osservino senza spaventarli
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