di Marco Boscaro La Robinia (Robinia pseudoacacia) è un albero ampiamente presente in tutto il Polesine ed è anche una tra le specie arboree più conosciute tra le popolazioni locali in virtù dei suoi molteplici utilizzi. La Robinia in ogni modo è una specie non autoctona del Polesine, essa, infatti, è originaria dell’America da dove fu introdotta in Europa per la prima volta nel 1601 dal botanico francese dal quale prese il nome, ovvero Jean Robin.
La Robinia è detta anche “falsa acacia” oppure “acacìa” proprio grazie alla presenza di spine, sempre in coppia, alla base di ciascuna foglia, ricordando quindi specie appartenenti al genere Acacia. Le foglie sono composte imparipennate e vanno a formare una chioma molto leggera di colore verde chiaro che lascia filtrare grande abbondanza di luce e di forma arrotondata. Può raggiungere altezze di 30 m e 60 cm di diametro, anche se in bosco raramente si superano diametri di 40-50 cm. La robinia è una specie termofila che non sopporta le basse temperature e che è in grado di fissare l’azoto atmosferico (azotofissatrice) come la maggior parte delle leguminose cui appartiene. Oggi la Robinia è ampiamente diffusa in tutto il Polesine, e la si può trovare dalle radure delle pinete litoranee alla sommità della scarpate stradali e, o ferroviarie, dell’entroterra; essa è, infatti, una specie eliofila che appunto ricerca la luce in modo assiduo. Essa è, in particolar modo, difficile da eradicare ed ha una capacità di diffusione elevatissima. Per tale ragione in alcune aree protette, come il Delta del Po, la sua presenza può essere un problema. In ogni modo, la Robinia, che per alcune zone può essere considerata come un ospite indesiderato, può, d’altro canto, essere in altre aree fonte di interessanti utilizzi da parte delle popolazioni. Di questa pianta, infatti, non si butta via nulla! E se ne fanno i più disparati usi. I fiori sono commestibili e possono essere fritti e da essi si produce un miele ottimo per qualità poiché il “miele d’acacia” è un miele molto chiaro, liquido e molto dolce anche se ha il difetto di cristallizzare molto velocemente. Ottimo prodotto locale è, infatti, “il” miele del Delta del Po. Il legno è ampiamente utilizzato come legna da ardere poiché è in grado di bruciare ancora verde. Inoltre, il suo legno è molto duro e resistente agli agenti di alterazione esterni e alla immersione in acqua salata o dolce in quanto ricco di tannini, motivo per cui può essere usato nella realizzazione delle briccole. Esotica o meno la Robinia, pur rimanendo una specie problematica in alcune aree protette deltizie, ormai può essere considerata come una specie ampiamente diffusa e altrettanto inserita nel contesto rurale polesano dove la sua diffusione è, in realtà, limitata e contenuta dall’intensa attività agricola che, appunto, ne confina la presenza quasi esclusivamente lungo i fossi e o lungo i pochi lembi di territorio non idonei alla coltivazione.
0 Commenti
Lascia una risposta. |
|